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Enrico Bertolino, nei panni del suo personaggio “Elvio Paramatti”, a cavallo degli anni 90 e 2000 ha reso celebre la figura del muratore bergamasco, diventato uno stereotipo di instancabile stacanovista, dedito al lavoro con passione quasi viscerale, come se nella vita non ci fosse altro a cui pensare.

Di recente, neanche a farlo a posta, un operatore del settore edile proveniente da un paesino della provincia di Bergamo (alias, muratore bergamasco) è stato premiato come uno dei lavoratori dell’anno. Il virtuoso operaio ha inanellato nel 2019 un totale di 2375 ore, che per un lavoro logorante sono davvero un bel traguardo, meritevole di premio.

CALCOLATRICE ALLA MANO

Facendo due calcoli, significherebbe lavorare per 6 ore e mezza per ogni singolo giorno dell’anno. Volendo eliminare festività e fine settimana, l’impegno giornaliero sale a poco più di 9 ore al giorno, dal lunedì al venerdì.

Un bell’impegno, considerando il trasferimento sul posto di lavoro e la pausa pranzo, che vanno a gravare sulle ore disponibili per il proprio tempo libero.

SERVE DAVVERO?

Ma davvero lavorare così tanto può portare a dei benefici per sè e per l’azienda?

Lavorare con così tanta costanza riducendo al minimo la propria sfera personale può portare a lungo termine al famoso fenomeno del burnout, in cui il lavoratore si ritrova stanco e privo di motivazione per andare avanti.

Dall’altro lato il bisogno di maggiori introiti per la famiglia potrebbero portare alcune persone a fare enormi sacrifici per vedere qualche spicciolo in più in busta paga a fine mese. Bisogna però considerare che questo surplus di lavoro potrebbe essere evitato con una gestione oculata dell’economia familiare.

SETTIMANA CORTA, ANZI CORTISSIMA

Nel frattempo, nella Silicon Valley, culla delle aziende più all’avanguardia del pianeta, le aziende sperimentano già da diversi anni la settimana cort(issim)a fino al giovedì, lo smart working e altre forme di lavoro che permettono di essere più produttivi pur lavorando meno ore, che possono essere utilizzate per il proprio tempo libero, per la famiglia o per gli hobby.

Questa riduzione di ore lavorative potrebbe permettere la crescita dei settori legati ad hobby, sport e tempo libero, che molti lavoratori dichiarano di non poter praticare proprio perchè il lavoro occupa gran parte della settimana.

E I FREELANCE?

Spesso dimenticati dal mondo, sono forse coloro che spendono maggior parte dell’anno solare dedicando il proprio tempo al lavoro.

Eppure non ci sono lodi e premi attivi, anzi la tutela relativa a ferie, permessi e malattia è totalmente inesistente. Questo meccanismo la rende davvero una categoria da agevolare e tutelare sotto questo profilo.

LA FORMULA VINCENTE?

Come sempre interviene il Principio di Pareto: ottenere il massimo utile con il minimo sforzo.

Dopotutto l’equilibrio è l’unica via d’uscita!

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